“Un pezzo dell’Egitto” dal 25 Ottobre 2019 fino al 28 Giugno 2020 si trasferisce a Padova presso il Centro San Gaetano in Via Altinate, a 10 minuti a piedi dall’Hotel Eden.
Una mostra internazionale per raccontare l’epopea di un grande padovano , nonché padre dell’egittologia, pioniere dell’esplorazione, Giovanni Battista Belzoni. Un omaggio ad un grande personaggio , un po’ dimenticato in patria, che si distinse per l’ordine e la metodicità con cui eseguiva gli scavi . A quei tempi, infatti, gli archeologi erano avventurieri disposti a tutto pur di arricchirsi ed usavano modi rudi nell’esecuzione degli scavi.
Grazie alle sue grandi scoperte il Battista riportò alla luce, lungo il corso del Nilo durante i suoi incredibili viaggi, numerosi reperti archeologici egiziani per conto soprattutto dei britannici.
Un uomo che si guadagnò rispetto dalle popolazioni locali , non solo per il suo aspetto, ma anche per il rispetto che aveva per gli usi e costumi locali : imparò la lingua e indossò gli abiti locali , tanto da farsi crescere la barba di foggia araba.
Nacque a Padova , al Portello, il 5 novembre del 1778 e fu allo stesso tempo ingegnere , esploratore ed archeologo . Conosciuto e resosi famoso proprio per le sue scoperte archeologiche fu anche ispiratore della saga di Indiana Jones di George Lucas, spavaldo archeologo avventuriero interpretato da Harrison Ford per il film di Steven Spielberg.
Figlio di un barbiere, dopo gli studi di ingegneria idraulica a Roma (dove si fece monaco, ma solo per poco tempo), si spinse oltre i confini : prima a Parigi, poi nei Paesi Bassi e infine in Inghilterra dove rimase nove anni e si sposò con una ragazza inglese (che l’accompagnò in tutti i suoi viaggi avventurosi). Essendo alto due metri e piuttosto forzuto (per l’epoca era un fenomeno ) si guadagnò da vivere sfruttando queste sue doti lavorando come <<uomo forzuto con il nome di “Patagonian Samson” >> (cit), prima in un teatro poi in un circo di Londra. Il suo pezzo forte era quello di caricarsi sulle spalle una specie di giogo e sostenere da solo una piramide umana di dieci persone portandole in giro per il palco. Queste sue prodezze lo portarono , grazie anche alla sua passione per i viaggi, ad esibirsi all’estero : Spagna, Portogallo, Sicilia e Malta dove conobbe il pascià d’Egitto che gli rese noto che nel paese africano vi erano progetti agricoli con grandi lavorazioni di irrigazione ( nel periodo che viveva a Londra aveva inventato un progetto idraulico ). Approdò ad Alessandria d’Egitto e fu subito affascinato dalla cultura e dalle tradizioni locali e conobbe alla corte del pascià un egittologo , un collezionista, nonché un esploratore che lo avrebbe guidato negli anni successivi. Dopo il fallimento del suo progetto idraulico non si perse d’animo e si fece affidare il progetto di trasportare un busto colossale dal tempio di Ramesseum . La vicinanza con gli scavi e l’ incognita dell’esplorazione lo catturarono così tanto da iniziare la sua avventura di archeologo nel mondo egiziano. A lui si deve la scoperta dell’ingresso della piramide di Chefren (seconda dopo quella di Cheope), la tomba di Seti I, la tomba di Ay, Karnak, il sarcofago di Ramesse III , l’ obelisco di File che permise di codificare , insieme alla Stele di File, i geroglifici egiziani.
Una volta lasciato l’Egitto nel 1819 arrivò a Padova (quattro anni prima di morire) portando con sé delle gazzelle , dove trovò una grande accoglienza. Il Belzoni regalò due statue alla municipalità ,tanto da spingere i governanti ad attribuirgli grandi onori, tra cui il conio di una medaglia commemorativa. Le statue che rappresentano due sfingi sono ancora oggi custodite nei Musei Civici in città (dove sono state dedicate due sale egizie contenti altri reperti di sua scoperta ), ma orginariamente erano nel Palazzo della Ragione. Strinse amicizia con l’architetto neoclassicoGiuseppe Jappelli, dandogli l’ispirazione per il progetto della sala egiziana nel famoso Caffè Pedrocchi (il Caffè senza Porte)
Ritornato a Londra si mise a scrivere sui suoi viaggi in Egitto e organizzò una mostra , tanto da diventare famoso ed ebbe successo nei salotti più esclusivi non solo inglesi, ma anche russi. La sua acclamazione e la sua sete di avventure lo spinsero ad accettare di ritornare in Africa occidentale alla ricerca delle sorgenti del Niger, dove trovò la morte per dissenteria , il 3 dicembre del 1823. Fu sepolto ai piedi di un albero e dopo quarant’anni un viaggiatore europeo che tornò sul luogo non trovò nient’altro che …l’albero.
La mostra dedicata al Belzoni , nella sua città natale, è una mostra senza precedenti , “un grande board internazionale con circa centocinquanta, duecento pezzi provenienti dai più grandi musei del mondo come : il British Museum, il Louvre, il Museo Egizio di Torino e i Musei Vaticani. Una mostra scientifica , ma anche immersiva ed emozionale in grado di coinvolgere non soltanto i bambini attraverso la multimedialità, con la possibilità di inserirsi in un viaggio oltre il tempo e i confini
Biglietti presso il Centro San Gaetano :
– intero 16 euro;
– ridotto 14 euro per over 65 anni, ragazzi dai 6 ai 17 anni, studenti dai 18 ai 25 anni, persone diversamente abili dai 18 anni, titolari di convenzioni;
– gratuito per bambini fino ai 5 anni (non in gruppo scolastico), bambini e ragazzi con disabilità fino ai 17 anni, accompagnatori di visitatori diversamente abili.
Vi aspettiamo numerosi!!